Maria Clara Ghia è la vincitrice della 5a edizione del Premio Bruno Zevi

17 mag, 2012 | Iniziative 2012, Premio 2011

Il Premio Bruno Zevi 2011 è assegnato a Maria Clara Ghia per il saggio Basta esistere. Leonardo Ricci: il pensiero e I progetti per le comunità, dalla giuria composta da: Alexander Levi, Zeuler Lima, Massimo Locci, Luciana Miotto, Alessandra Muntoni.

Dedicato a un protagonista dell’architettura italiana, oggi quasi dimenticato, il saggio prende in esame la difficile e radicale filosofia di Leonardo Ricci: architetto “utopico-scientifico-radicale” formatosi alla scuola di Giovanni Michelucci, di cui condivide il nesso tra vita, lavoro e insegnamento, Ricci crede nella progettazione come impegno comunitario, anonimo, dove l’etica soppianti l’estetica della bella forma. Tormentato e dubbioso, ricerca ossessivamente l’impossibile. Come si legge nelle motivazioni della giuria, Ghia valuta «l’idea di architettura comunitaria, organica e integrata alla terra di Ricci come una “pratica con(tro) la tecnica”, in quanto quest’ultima solo se è pienamente padroneggiata dall’architetto, e mai accettata come finalità prevaricatrice, può diventare strumento capace di trasferire l’immaginario in un realtà nuova,
responsabile, persino portatrice di felicità».

Maria Clara Ghia è architetto, dottore di ricerca in Architettura e in Filosofia.
Specializzata in Storia dell’architettura contemporanea, esperta di architettura italiana del Novecento, insegna Storia dell’architettura contemporanea, Teorie dell’architettura ed Estetica alla Sapienza Università di Roma. Collabora con riviste di architettura e ha lavorato nella redazione di «Controspazio», per cui ha pubblicato diversi articoli. Lavora presso il DiAP, Dipartimento di Architettura e Progetto della Sapienza, e svolge le sue ricerche per l’Osservatorio sul moderno a Roma e per il Laboratorio di teorie e critica dell’architettura contemporanea.

MOTIVAZIONI DELLA GIURIA

Dichiarazione finale con motivazione dell’assegnazione del premio

Il quinto Premio Bruno Zevi per un saggio storico-critico è assegnato all’unanimità al saggio Basta esistere. Leonardo Ricci: il pensiero e i progetti per le comunità, riscontrandone la piena sintonia con la sezione “lo spazio protagonista dell’architettura” del Premio e apprezzandone la valida elaborazione critica dei contenuti etici ed estetici.

La vincitrice, MARIA CLARA GHIA è Dottore di Ricerca presso la Facoltà di Architettura della Sapienza Università di Roma.
L’autrice parte dalla difficile e radicale filosofia di Leonardo Ricci che intende diventare “anonimo” abbandonando miti e maestri del XX secolo, per lasciare invece fluire una creatività progettuale capace di tradurre l’utopia dell’immaginazione in un concreto modo alternativo di vivere. L’idea di architettura comunitaria, organica e integrata alla terra, di Ricci, perciò, è valutata come una “pratica con(tro) la tecnica”, in quanto quest’ultima solo se è pienamente padroneggiata dall’architetto, e mai accettata come finalità prevaricatrice, può diventare strumento capace di trasferire l’immaginario in un realtà nuova, responsabile, persino portatrice di felicità.
In un confronto diretto tra pensiero e opere, Maria Clara Ghia fa emergere i significati della poetica di Ricci con una penetrante analisi dei villaggi comunitari di Agàpe a Prali, di Monte degli Olivi a Riesi – costruiti dall’architetto per il Pastore valdese Tullio Vinay – o di Monterinaldi (Fiesole), fino alla casa ivi costruita per sé. L’autrice mette in evidenza anzitutto il tentativo di Ricci di ritornare all’essenza stessa dello “stare nel mondo” in relazione diretta con le cose, quasi in un rapporto primordiale, debitore però anche alla corrente esistenzialista conosciuta direttamente nell’esperienza parigina. Ne consegue la rivalutazione della matericità originaria di elementi architettonici, quale il muro fatto di pietrame grezzo o le superfici in cemento lavorate a mano, la stessa aria e la luce che avvolgono o penetrano gli edifici. Plasmati in forme che sprigionano una sorprendente creatività, essi sono ricondotti così alle loro “funzioni originarie”: lo stare insieme, il vivere in modo naturale, lo spazio attivo e riposante della vita familiare. Nuova umanità, forma, spazio, tecnica, terra e architettura fusi gli uni negli altri.
Menzione speciale:

La giuria ha ritenuto altresì di segnalare il saggio Toward Research Practice: Frederick Kiesler’s Design-Correlation Laboratory di Stephen Phillips, attualmente Residential Postdoctoral Fellow alla Getty Research Institute e Smithsonian American Art Museum. L’autore indaga i metodi e l’insegnamento del progetto di architettura in ambito interdisciplinare, spiegando con intelligenti approfondimenti come il laboratorio, luogo in cui convergono indagini storiche, teoriche, tecniche e artistiche, diventi per Kiesler il nuovo paradigma della design-research.

La giuria:
Alexander Levi
Zeuler Lima
Massimo Locci
Luciana Miotto
Alessandra Muntoni

INVITO

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