Ebraismo e Architettura

26 feb, 2018

Esiste un’arte ebraica? È prodotto esclusivo di artisti ebrei, o invece configura un orientamento valido anche per non-ebrei? Tra i flagelli della sinistra europea c’è il contrasto tra comunismo e sionismo. L’intolleranza marxista persiste bruciando ogni tentativo di revisione. I numerosi disegni rinvenuti nei campi di sterminio pongono il quesito: quali vincoli legano i martiri che li hanno tracciati ai linguaggi artistici dell’epoca? Un bambino ebreo è assassinato.

In una drammatica seduta in Campidoglio, l’accusa tremenda al mondo cattolico, all’antisemitismo comunista, alla viltà dello Stato.
La diaspora può esser vista:
a) come valore del passato;
b) come convivenza tra attualità e retaggio storico;
c) come impulso a influenzare la cultura internazionale.

In un’ipotetica quarta interpretazione, le eresie di Einstein, Freud e Schönberg permeano il quotidiano. Quanto è accaduto nella letteratura ebraico-americana si riflette oggi nel campo architettonico. Dominano figure anomale, eversive, comunque immuni da idolatrie linguistiche. Questi temi roventi dei saggi qui raccolti.

La nuova edizione di Ebraismo e architettura viene pubblicata in occasione del centenario della nascita di Bruno Zevi. Con un testo inedito e un documento donato dall’archivio di Daniel Libeskind questa raccolta di testi zeviani rimane attuale e di grande interesse per capire a tutto tondo l’identità del grande architetto ebreo romano.